mercoledì 8 giugno 2016

L'Idea - #Corso di Scrittura

Glauco Silvestri
Da dove parte il processo creativo? Da un'idea, ovviamente. Si tratta di un concetto così semplice che suppongo tutti rimangano stupiti del fatto che si sia dedicato un intero post sull'argomento, eppure è così, perché dalla sola idea non può nascere un intero romanzo, e forse neppure un semplice racconto. 
Le idee più efficaci sono quelle più semplici.
Bastano poche parole per descrivere un'ottima idea. Più l'idea è complessa, meno persone la comprenderanno appieno, e più alto sarà il rischio che essa non funzioni. E' per questo motivo che dall'idea iniziale non può nascere un testo complesso, e di conseguenza, un romanzo e/o un racconto. Però è anche vero il contrario, e suppongo che da questo momento proseguirete a leggere con un po' di perplessità. E vi capisco bene, perché agli inizi credevo bastasse l'idea e uno strumento per scrivere, e che il resto sarebbe venuto in automatico, senza troppa fatica.

Bene! Facciamo subito una prova pratica. Se state affrontando questo corso vuol dire che già avete un'idea da trascrivere. Non esitate un minuto di più. Cominciate a scrivere... Ce la fate a riempire 100 cartelle basandovi solamente sull'idea originale?

Se la risposta è sì, buon per voi. E' però probabile che a un certo punto vi bloccherete, o vi insabbierete, o perderete il sentiero, o...
Il fatto è che un romanzo non è costruito semplicemente su una idea, bensì su un castello di idee. 
C'è quella principale, quella che funge da motore dell'intera storia, e quella che vi ha acceso la scintilla. Poi ci sono idee minori, quelle che servono a comporre ogni singolo tassello della storia che avete in mente, perché un romanzo, come poi lo è anche la vita vera e propria, è composto da più vicende che si intrecciano tra loro. Ogni singola vicenda ha bisogno di un cuore pulsante, un'idea, che la renda avvincente e credibile.
Così come è difficile che funzioni un romanzo con un solo personaggio, è altrettanto difficile che una storia stia in piedi basandosi su una singola idea.

Prendiamo a esempio Robinson Crusoè. Romanzo di Daniel Defoe, scritto nel 1719, in cui è narrata la vicenda di un naufrago... E invece no, perché il naufragio non avviene a inizio libro. Robinson Crusoè è figlio di un mercante di Brema, poi emigrato in Inghilterra, che sogna di fare il marinaio quando invece il padre vorrebbe per lui la carriera da avvocato. E' la storia di un ragazzo che si ribella ai voleri del padre, che fugge a 19 anni per imbarcarsi. Nel suo primo viaggio, diretto alle coste del Nord Africa, viene fatto prigioniero - e schiavo - da dei pirati. Quando riesce a fuggire, si reca in Brasile, dove per diverso tempo guida una piantagione di canna da zucchero. Torna in mare solo molto tempo dopo, con l'intento di catturare degli africani da rendere schiavi per la sua piantagione, ed è in quell'occasione che fa naufragio, e rimane unico superstite della nave che lo trasportava. Lì rimane per 28 anni, e ne passa di ogni colore. Dopo i primi 12 anni di solitudine scopre di non essere veramente solo, scopre una tribù cannibale che sta per giustiziare un selvaggio... Che poi è Venerdì.

E la storia prosegue, ma vi consiglio di leggere il libro, che è di sicuro meglio che leggere il mio riassuntino. Il concetto che invece volevo mostrare è che anche un romanzo noto per essere la storia di un naufragio, è tutt'altro. Si tratta di una umana avventura, della storia di un uomo che decide di abbandonare la sua vita per affrontare il mare, fare nuove esperienze, lottare, credere in sé stesso, superare difficoltà e quant'altro.
Ogni avventura vissuta da Robinson Crusoè è nata da un'idea.
E ognuna di queste idee è un tassello che va a riempire i vuoti di quella che probabilmente è stata all'origine di tutto.
Ecco quindi il perché non basta una singola idea per costruire una storia. Ecco quindi perché, al momento in cui si ha una illuminazione, il principio di una vicenda, l'idea che alimenta il fuoco, bisogna trattenersi dal mettersi subito a scrivere, e affrontare la costruzione del romanzo con coerenza, e determinazione.

Ma dove nasce l'idea principale? E dove nascono le idee secondarie? Ogni sorgente è possibile. Può essere un'altra lettura, o un sogno, o un film, o semplicemente il testo di una canzone, o l'articolo di giornale. Tutto fa brodo... E per fare un esempio pratico, non posso che indicare 31 Ottobre, uno dei miei romanzi, nato da un sogno, e dove quel sogno è diventato - addirittura - il capitolo iniziale della storia.



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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

2 commenti:

  1. Sai, sto frequentando da un po' una scuola in cui facciamo scrittura creativa. Solitamente partiamo da un autore da cui si nota una caratteristica o un tema e ne discutiamo prima di testarlo in qualche esercizio di scrittura.
    E abbiamo discusso spesso dell'idea, che come dici è proprio una spinta iniziale ma poi da sola non basta. Si può scrivere di getto quel tot di pagine ma senza altro ad alimentare ci si impantana e tanti saluti. E' proprio vero insomma che per scrivere ci vuole pazienza, fatica, pratica e ci si deve guardare attorno, raccogliendo spunti un po' ovunque :)

    CervelloBacato

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    Risposte
    1. Come in tutte le attività, dall'idea al prodotto finito c'è di mezzo parecchio lavoro da fare.

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