sabato 28 maggio 2016

Inside Out - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Pixar ci ha sempre abituati a film di animazione con contenuti 'adulti' comprensibili anche dai più piccoli, ha sempre proposto vicende complesse, e ci ha fatto vedere il mondo con occhi sempre nuovi. Se in passato abbiamo potuto vedere il mondo dei giocattoli, o guardare le strade dal punto di vista delle automobili, o vivere le avventure di un pesciolino disperso, o ancora affrontare grandi traversie per amore, e perché no... Immaginare anche un mondo dove i dinosauri non si siano mai estinti, bensì si siano evoluti alla stregua di noi umani, ebbene, con Inside Out, ci viene proposto qualcosa di davvero inimmaginabile, ovvero un viaggio all'interno di noi stessi, dal momento della nascita, alla nostra adolescenza, permettendoci di capire come funziona la nostra coscienza, il nostro carattere, e le nostre emozioni.

Tutto ciò avviene attraverso gli occhi di Riley, che all'età di undici anni è costretta a trasferirsi in città, dopo una vita trascorsa in mezzo alla natura. Ma i personaggi di questa vicenda sono le emozioni di questa bambina, che governano i suoi comportamenti, e il suo modo di affrontare la vita. Dentro di lei vivono Gioia, esuberante e sbarazzina; Tristezza, piccolotta triste e pigra; Paura, magro e sempre spaventato; Rabbia, quadrato e facilmente infiammabile; e infine Disgusto, chic e con la puzza sotto il naso. Il lavoro di questi cinque personaggi fa sì che Riley abbia una vita allegra e piena di avventure, finché un giorno accade che Gioia e Tristezza vengano catapultati fuori dal centro di controllo, e lascino l'intero lavoro agli altri tre sentimenti. La vita di Riley diventa improvvisamente grama, difficile da affrontare, e lentamente tutte le sue esperienze passate cominciano a sparire, minacciando direttamente Gioia e Tristezza, che si troveranno ad affrontare un'avventura difficilissima per tornare alla base e risistemare tutti i problemi.

Il film è divertente, bello, forse un po' complesso da comprendere per i più piccoli. Dal punto di vista emotivo è evidente l'intento di Pixar, ovvero quello di dare valore a sentimenti che di solito sono creduti come negativi. Tristezza, difatti, viene sempre tenuta in secondo piano, bistrattata, e l'euforica Gioia governa indisturbata come se bisognasse vivere in un eterno stato di allegria. Per quanto si cerchi di toccare la tematica in modo superficiale, così da renderla comprensibile anche ai bambini, è evidente che l'intera storia soffre di estrema sintesi, e dimentica completamente che - oltre alle emozioni - la nostra vita è guidata anche da una coscienza, e da una intelligenza.
Ma a parte le critiche, il film ricostruisce in modo schematico ma fantasioso l'intera esperienza emotiva della piccola Riley. Bella l'idea di dividere i valori più importanti in isole che sporgono su un baratro, bella l'idea di rappresentare la memoria come una serie di palline colorate, ognuna per ogni ricordo, e con colore differente a seconda delle emozioni provate. Carina la ricostruzione delle paure, dei sogni, e della fantasia. Forse il momento più carino è proprio l'attraversamento del tunnel del pensiero astratto.

Finale un po' scontato, dove la bistrattata Tristezza viene rivalutata. Del resto Gioia risulta piuttosto antipatica, perché dispotica ed egocentrica, incapace di dare il giusto spazio anche alle altre emozioni. Da non perdere i titoli di coda, dove vengono mostrate le emozioni di un autista di autobus, di un cane, di un gatto... E di più non posso dire, perché temo di aver già detto tutto.



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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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