Chi è che dice che i supereroi sono roba per bambini? Il pregiudizio più comune abbina i superpoteri ai fumetti, e visto che questi ultimi, specie nel nostro paese, son idealizzati come narrativa per bambini, allora i supereroi sono roba per bambini. La proprietà transitiva, però, tradisce perché uno dei fattori principali da cui il ragionamento nasce è fallace.
I supereroi sono roba per tutti coloro che amano il fantastico, indifferentemente dall'età, sesso, ceto sociale, e qualunque altra cosa vi venga in mente. Parlare di supereroi, di cavalieri Jedi, di motori a curvatura, di Hobbit, è pressoché la stessa cosa. Si tratta di narrativa fantastica, e non di narrativa per bambini (n.d.r. senza voler sminuire la narrativa per bambini, ovviamente).
Come al solito, per uscire dagli italici pregiudizi, bisogna guardare all'estero. E' vero che le sale cinematografiche sono bombardate da film dedicati ai supereroi, spesso prequel di sequel di reboot di un film già visto anche solo pochi anni prima; è altrettanto vero che a uno sguardo poco attento la creatività in questo campo è stagnante; però è altrettanto vero che esistono anche gioiellini come
Il ragazzo Invisibile, come
Gli Incredibili, oppure ancora come
Watchmen.
E ne ho citati tre solo perché sono i primi che mi son venuti in mente.
Difatti, qualche tempo fa ho letto un libro. Non dico che sia stato il miglior libro in assoluto che io abbia mai letto, ma è di sicuro un libro che mi ha incuriosito, e che per certi versi ha ispirato questo post. Parlo di
Ritratto di famiglia con Superpoteri, un libro dove la parola 'famiglia' pesa molto di più che la parola 'superpoteri', ma dove comunque questi ultimi esistono, e per certi versi diventano fardello, o forza interiore, nel quotidiano affrontare le difficoltà della vita.
E ovviamente, leggendo questo libro, mi son ritrovato a ripensare al progetto di
Alex, chiamato
Due Minuti a Mezzanotte, dove i superpoteri si presentano in due formati: quello supereroistico nudo e crudo che si può trovare nel filone principale di questo progetto; quello più umano che invece emerge dai molti
spin-off che il progetto stesso ha generato.
Essendo più intimista, sia come lettore, che come scrittore, i superpoteri mi incuriosiscono per quello che può essere il loro impatto nell'animo umano. Meno mi interessano le missioni eroiche, la lotta contro il bene, le grandi responsabilità, eccetera eccetera. Però è evidente che il possedere un potere straordinario ha un impatto importante nella personalità di una persona, sia essa adulta, bambina, uomo o donna. E' lì che mi piace investigare, tra le pieghe di una persona speciale che, per quanto speciale, è diversa da tutti gli altri, e in un certo qual modo, è emarginata da tutti gli altri.
Carillon ne è l'esempio. Un racconto in cui una ragazza con un potere speciale è costretta, a causa del suo stesso potere, e forse del suo aspetto fisico, a fare una vita da reietta, da spogliarellista, da persona pressoché indesiderata secondo i ben pensanti, ma desideratissima dagli stessi, quando si appartano nel buio di un vicolo, o nel buio delle loro stanze davanti a un monitor che osserva siti web a luci rosse.
I poteri diventano quindi un peso, un fardello con cui si è costretti a scendere a patti, e solo di rado un vantaggio da cui trarre profitto.

Più tragico, se non fatalista, è il destino del personaggio presentato da
Midnight Lullaby. Uomo costretto a una vita in completo isolamento perché... Troppo pericoloso, specie per gli altri supereroi. Lui può annullare i loro poteri, definitivamente, rendendoli comuni mortali, comuni esseri viventi, ed è evidente che chi ha interessi sui supereroi, non voglia che costui eserciti le sue facoltà.
Entrambi i racconti appena citati fanno parte dell'universo creato da Alex di cui vi parlavo, due brevi spin-off di quella round robin che ha avuto tanto successo negli scorsi anni.
Ma se si parla di superpoteri, e si va a guardare indietro nel tempo, come non notare le somiglianze con le divinità greche? Creature onnipotenti che però erano coinvolte in fatti molto spesso umani, al punto che molti sono stati i demidèi nati da donne umane e divinità, e altrettante sono state le avventure vissute da questi ultimi. Per cui non posso evitare di citare
La taverna di Dioniso, un racconto in cui alcune divinità fuggono dall'Olimpo per venire a vivere tra gli umani, dimenticando le loro origini, e soprattutto il giogo, a volte un po' stretto, di Zeus, esercitato su di loro.

I poteri, i superpoteri, come ci è stato insegnato, possono giungere sia dall'esterno, a causa di un evento traumatico, o da qualcosa di imprevedibile, sia possono essere innati, insiti nell'eroe stesso. Se in
2 Minuti a Mezzanotte fu un esperimento andato storto a scatenare la nascita dei Super, nella mitologia greca l'essere dio era una questione di 'razza'. Gli dèi non erano umani, ma per lo meno erano biologicamente compatibili con noi. Ma cosa accade quando un potere arriva da un maleficio? Se a causa di ciò un guerriero diventa immortale, ed è costretto a uccidere, e uccidere, e uccidere, ogni qualvolta veda qualche uomo o donna sul suo cammino? Ne
Il Guerriero Immortale è raccontato il dramma del guerriero, la sua solitudine, la sua fame di morte, e di liberazione dal fardello.

Immortalità donata da un maleficio, o da una creatura della notte quale è il vampiro. Questa creatura è bistrattata e amata allo stesso tempo. E' affascinante, tenebrosa, fatale... Il suo potere è la sua condanna, la sua immortalità sorge dal sangue di cui si nutre, la sua forza nasce dalla debolezza delle sue vittime.
Sanguinem ce lo mostra in epoche storiche differenti, sempre integrato con l'umana avventura, con i fatti che hanno movimentato la storia dell'uomo. Uomini e vampiri, luce e buio, giorno e notte, un dualismo difficile da spezzare. Tanto che questa creatura dotata di superpoteri ha poche nemesi da temere, come dimostrato ne
Il Clan delle Penne, ove un gruppo di scrittori diventa preda e predatore, e dove solo un'altra creatura del buio può tentare di contrastare il vampiro nelle sole notti di plenilunio.
Visto, infine, che dai classici supereroi son giunto con una digressione quantomai fantasiosa ai vampiri, non posso dimenticare il mio amore spassionato per
Buffy, la cacciatrice di vampiri. Chi meglio di lei può rappresentare i superpoteri impersonati da esseri umani normali? E io l'ho voluta omaggiare con un
breve blog in cui si raccontano le esperienze di una giovane cacciatrice di vampiri, il cui epilogo è raccontato nell'ebook intitolato
L'albero dei Corvi.

Concludo con
Hiroshi. Forse in questo caso tiro un po' la corda dei superpoteri. E' il figlio di uno scienziato, e nel suo corpo è nascosta un'antica campana. Quest'ultima dona al ragazzo un grande potere, e allo stesso tempo un terribile fardello. E' sulle sue spalle l'intero peso dell'umanità, della sua salvezza da un popolo invasore che risorge dalle ceneri di un passato remoto, che risorge dal sottosuolo, ed è intenzionato a riprendersi ciò che era stato suo, ovvero la superficie, ovvero il mondo.
Alla fine di questo percorso, osservando i titoli che ho citato, è evidente che i superpoteri spesso rendono gli uomini soli, o forse è la solitudine uno dei fattori scatenanti del manifestarsi, in modo naturale o artificiale, di queste caratteristiche sovrumane. La psicologia di questi eroi, che siano moderni o antichi, è interessante per l'approccio che hanno nei confronti delle proprie capacità, e soprattutto il modo in cui le rivolgono verso l'esterno, verso il mondo, verso i propri simili, verso l'umanità.
Più in generale, la lettura di una storia con supereroi, oltre a divertire, oltre a creare un diversivo dalla quotidianità, è anche occasione di approfondire la visione di psicologie forti, e per certi versi, di psicologie deboli, perché capita spesso, se non sempre, che a una forza si contrapponga sempre una debolezza.
Come sempre, buona lettura.
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