lunedì 29 febbraio 2016

I Fantastici 4 (Quello nuovo) - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Ma ce n'era bisogno del reboot dei Fantastici 4? Al cinema non sono andato a vederlo, non ne avevo sentito parlare in modo lusinghiero, per cui avevo lasciato perdere. Poi... Uscito in Home Video, mi son lasciato tentare. Noleggiato, visto, sbadigliato, restituito.

La regia è di Josh Trank, che a parte Chronicle, non ha mai fatto altro che documentari... E in fondo Chronicle - che mi è piaciuto molto - è raccontato in stile documentaristico, per cui... va be'.

Mi manca Jessica Alba, sì... Kate Mara a mio parere stona, non è adatta alla parte. Ma non è questione di avvenenza, è proprio che non ce la vedo, punto. Del resto anche gli altri tre elementi, più il quarto che diventerà il villain di turno, non mi dicono proprio nulla. Sembra un film Young Adult, con lo spessore pari a un foglio di carta, dove i personaggi cambiano opinione, emotività, e carattere con uno schiocco di dita. No.

La trama è deludente. La prima parte sembra persino un bel film di fantascienza. Sapete, mi ha ricordato Linea Mortale, anche se la trama è totalmente diversa. Un gruppo di ragazzi sogna di creare il teletrasporto, ognuno per i fatti suoi, e ognuno ottiene qualche risultato, ma poi arriva una sorta di mentore, li trova tutti, li mette a lavorare insieme, e bingo, ottengono qualcosa di straordinario... Solo che non è il teletrasporto, o meglio, è molto di più, visto che porta addirittura in un universo parallelo, in pratica fanno uno Star Gate. Insomma... roba affascinante. Poi si rovina tutto. Arrivano i militari (n.d.r. Figurarsi), che vogliono mettere dei professionisti nella capsula per fare il primo viaggio umano in un mondo parallelo. E i ragazzi non ci stanno. Loro vogliono essere i primi a partire. La motivazione è geniale: Lo scienziato che ha costruito l'Apollo cosa può aver pensato quando Neil Armstrong mise piede sulla Luna? 
Classico ragionamento da Teenager stereotipato all'inverosimile cresciuto coi videogame, che crede che una singola persona possa sviluppare una tecnologia complessa. Già... Perché l'Apollo fu il frutto di centinaia di menti diverse, e a bordo ci stavano solo tre posti... Come farceli salire tutti quanti, è un bel mistero. Ma fortunatamente la macchina in questione ha giusto cinque posti, e loro sono in quattro, cinque con l'amico muscoloso del genio più geniale. Risultato? Si scolano una bottiglia di Tequila, o non so quale altro alcolico, e decidono di fare la cretinata. Salgono e partono senza dire niente a nessuno. Bum! Ovviamente va tutto liscio, vero? E la cosa buffa è che appena tornati tutti puntano il dito sull'unico che forse - e sin dall'inizio - aveva qualche remora a far tutto in camuffa. Già! Già! Molto razionale. Del resto non abbiamo a che fare con quattro - uno è rimasto sul pianeta nell'altro universo - geniali e super razionali fisici quantistici. No... Assolutamente no! E visto che ce l'hanno con Reed Richards, che in un qualche modo riesce a fuggire dal luogo in cui lo tengono rinchiuso come una cavia di laboratorio, e che fugge gridando a destra e a manca che tornerà con una cura, i suoi amichetti decidono di collaborare con l'esercito e... Combattere! Ma non erano dei fisici quantistici? Ehm...
Quando poi torna Victor (n.d.r. Dottor Destino?)... Ahi ahi... Bah! Mi fermo qui.

Difetti? Interpreti poco convincenti. Trama completamente stravolta rispetto alla 'storia' originale. Un villain poco convincente, CGI ben fatta fino a metà film, poi eccessiva. Trama di poco spessore. Dialoghi imbarazzanti. Troppo superficiale.
Pregi? I primi quaranta minuti di film creano qualche aspettativa.

Da vedere? Perché mai! Ripescatevi questo e questo.



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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

2 commenti:

  1. D'accordissimo.
    E poi - sempre a proposito delle "quote" di cui parlavo oggi nel mio blog - ma che bisogno c'era di una torcia umana di colore e di una sorella immigrata kosovara? Un fratello e una sorella biondi non garantivano il giusto equilibrio fra le etnie? Bah!!

    RispondiElimina

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