Ho amato
il libro omonimo, per cui non potevo evitare di guardare anche
Child 44, ahimé!
Ahimé perché l'esperienza è stata deludente. Sì, non mi aspettavo un film tale da eguagliare l'esperienza avuta nella lettura del romanzo, ma non credevo neppure di trovarmi di fronte a una pellicola dalla regia altalenante, che si perde, che in certi momenti sembra mostrare una vicenda superficiale, in altri noiosa, e in altri ancora capace di fare presa. Eppure di carne al fuoco ce n'è così tanta... E' davvero un peccato.
La storia si svolge ne 1953, nella Russia Sovietica. Leo Demidov è una delle migliori menti dei
servizi segreti sovietici, un "eroe della seconda guerra mondiale" un "eroe in patria". La morte del figlio del suo fratellastro lo mette sulle orme di un
serial killer, maniaco, che sevizia e uccide i bambini. Il problema principale è che il regime non permette l'esistenza di un assassino di questo tipo sul territorio comunista, nel paese 'risanato' da ogni male, e dalle crudeltà del regime capitalista. Per cui le morti vengono insabbiate, e l'eroe viene messo in dubbio, e accusato di tradimento dal collega e rivale Vasili dopo che - con un abile stratagemma - ha evitato di denunciare la moglie.
Per sua fortuna, il regime comunista non può neppure permettersi di condannare a morte un eroe della patria, e così il militare viene mandato in esilio in un avamposto di provincia. Ciò consente a Leo di continuare la sua inchiesta, per la quale troverà un appoggio nel generale Mikhail Nesterov, e trovare il mostro.
Ciò che si perde dalla trama è che Leo Deminov è orfano, bambino fuggito dall'orfanotrofio, raccolto e cresciuto dai militari dell'Armata Rossa, addestrato al combattimento, divenuto eroe in guerra... Ma che ha un carattere buono e molto disponibile nel prossimo. Tutto ciò, nel film, viene mostrato in pochi fotogrammi. Il personaggio non viene bene inquadrato, per cui alcuni suoi atteggiamenti appaiono contrastanti e fuori luogo, per certi versi incomprensibili. E invece il libro ci mostra un personaggio coerente e determinato. Così come la figura della moglie, che nel film è inizialmente una sorta di ombra, e si rivela leggermente solo nella seconda parte, nel romanzo è una figura centrale, serve a capire il tormento interiore di Leo, a conoscere meglio l'oppressione sotto cui tutti i civili son costretti a vivere. La confessione di lei, a Leo, di aver accettato il matrimonio solo per paura di non finire in un Gulag, tocca solo superficialmente senza un background che nella pellicola è stato omesso. E così molte altre cose sono tolte, altre riscritte, e l'insieme non funziona granché.
Bravi gli attori, ma non eccezionali, probabilmente a colpa della sceneggiatura, e di una regia che brilla solo a tratti. Buona è la ricostruzione storica. Davvero schietta e crudele, drammatica, solida.
Non mi sento di consigliarlo, per lo meno a chi ha letto il libro. Ne rimarrebbe davvero deluso. A mentre più libera, invece, il film offre qualche spunto interessante, e funzionicchia.
About the Author
Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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