sabato 19 dicembre 2015

Wetware, uomini e Robot - #Libro #Recensione

Glauco Silvestri
Ecco un libro che mi ha lasciato un po' così... Come dire... Stranito. 
Intanto mi chiedo perché Urania abbia pubblicato il secondo capitolo di una saga che raccoglie quattro romanzi. 
Wetware, uomini e robot ha vinto - come il romanzo che lo precede - il premio Philip J. Dick sulla fantascienza, cosa non da poco, anche perché il romanzo mostra una certa visione alternativa del futuro, un po' alla Dick, per l'appunto.

Però devo ammettere che questo romanzo non mi ha soddisfatto del tutto. Ma vediamo di andare per gradi.

Trama: La rivoluzione del XXI secolo saranno i "bopper", robot massicciamente intelligenti costruiti grazie ai principi dell'ingegneria evolutiva. L'intelligenza di queste macchine spaventa però gli umani che, finché è possibile, li relegano a vivere sul suolo lunare, in una città costruita dai robot stessi chiamata 'il Disco'. La tregua tra uomini e macchine non dura a lungo, tanto che esplode una guerra, durante la quale il creatore dei bopper, Cobb Anderson, viene prima soggiogato dalle macchine stesse - divenendone schiavo - poi ucciso, quando la macchina che lo 'guida' viene distrutta. I bopper vengono persino cacciati dalla loro città lunare, e costretti a vivere in una sorta di altra città costruita attorno a uno stretto cratere, che i bopper battezzano col nome di Nido. Il Disco viene ribattezzato Einstein City, e colonizzato dagli umani. Sulla Terra nel frattempo viene permesso solamente l'uso di robot ad intelligenza limitata da leggi ben precise scritte nel loro software, i cosiddetti Asimov.  Passano gli anni, e nel 2031 i bopper hanno sviluppato nuove tecnologie in grado da eliminare i problemi tecnici dei loro corpi primordiali (che dovevano essere raffreddati costantemente per non uccidere il robot), hanno potenziato la loro intelligenza, e sotto sotto hanno cominciato un florido mercato commerciale con gli abitanti di Einstein. Ciò che gli umani non sanno è che alcuni bopper stanno lavorando per convogliare la loro personalità, e intelligenza, in corpi biologici. L'idea è quella di inviare sulla terra uno di questi nuovi bopper (Manchile), dotato di un corpo capace di maturare molto in fretta, e di riprodursi altrettanto in fretta. Questi, grazie al fatto per cui la gestazione di questi 'meatbot' è di soli 9 giorni, contro i 9 mesi degli umani, dovrebbe essere in grado di riprodursi tanto velocemente da avere sul suolo terrestre più di un miliardo di nuovi meatbop in un solo anno. Lo scopo è quello di mescolarsi agli umani, e abbastanza velocemente, incrociare le due specie in modo tale che ogni conflitto non abbia più senso.

Descritto così, il libro appare parecchio attraente. Nella pratica però non ho apprezzato la narrazione, né la costruzione di questo romanzo. E' un'opera del 1988, quindi anche recente, ma sembra scritta con uno stile che richiama gli anni sessanta, i figli dei fiori, eccetera eccetera. La via è quella dell'uso di droghe per fondere i corpi e mescolare gli spiriti. La sessualità è al centro di ogni argomento del libro. I robot pensano continuamente a riprodursi, i rapporti umani sono tutti orientati alla sessualità, spesso di gruppo, spesso con uso di droghe. Anche i rapporti tra uomo e macchina sono piuttosto disinibiti, e l'intelligenza di uomini e macchine spesso è addirittura messa in secondo piano. Non che mi dispiaccia, ma alla lunga il romanzo mi è parso prevedibile, poco profondo, o per lo meno sviluppato con una profondità laterale, principalmente focalizzata sulla riproduzione, sulla biologia delle specie, e senza troppi approfondimenti sulla cultura delle specie. Il richiamo al messia, a esperienze bibliche, e a paragoni con eventi scatenati dai bopper mi è parsa non proprio profonda.

Insomma, no. Non mi ha entusiasmato, ma si legge senza troppa difficoltà, e offre un intrattenimento sufficiente a non spingere l'abbandono della lettura. Mi aspettavo qualcosina di più da un premio Dick, ma devo ammettere che leggere il secondo capitolo di una saga, per quanto il libro sia autosufficiente, rende la comprensione dell'intero 'universo' narrativo un po' meno facile.





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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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