La saga di Jason Bourne è come una miniserie da quattro puntate. Se il primo film sembrava autoconcludersi, dal secondo in avanti si comprende bene che il finale non c'è, per lo meno finché Bourne esce dalle situazioni ammaccato, zoppicante, sanguinante... E magari convinto che ora potrà starsene sereno e tranquillo.
No,
The Bourne Ultimatum smette persino di illuderci che alle spalle di questo agente ci siano altre vicende di spionaggio da risolvere. No, è lui l'obiettivo, e va eliminato perché è il primo, e forse l'unico rimasto, degli agenti addestrati in un modo particolare... Violento, capace di annullare la personalità di chi vi è sottoposto, atto a creare macchine di morte, e il buffo è che Bourne si è offerto volontario.
Ma ora non ci sta più, vuole risolvere, e la sua emicrania peggiora, gli incubi peggiorano, la memoria riaffiora violentemente. I personaggi ora sono tutti con lui, o contro di lui. E' l'agenzia contro un singolo uomo. E' la dirigenza dell'agenzia contro un singolo uomo... Che però è uno speciale, addestrato ad agire, non pensare, e che ora - però - pensa pure. Insomma una macchina da guerra intelligente quando invece in agenzia volevano una macchina da guerra obbediente. Un bel problema...
Tutto inizia con un giornalista del Guardian che scopre l'esistenza di Bourne e comincia a scrivere degli articoli su di lui. Il Guardian deve essere un giornale con pochi lettori, perché l'agenzia scopre questo giornalista solo quando, distrattamente, parla al telefono col proprio informatore, e gli scappa una di quelle parole chiave che Echelon cerca costantemente nel traffico dati mondiale. Prima non ne sapevano nulla... Ovviamente tranne Bourne, che non si lasciava scappare un articolo di questo giornalista, forse è persino abbonato al Guardian, e gli articoli lo aiutano persino a scoprire qualcosa di più di sé stesso.
Mettiamola così: guardando questo episodio della saga si comprende bene che la coperta è corta, e che ormai c'è poca trippa per gatti. Il film è godibile, avvincente, ben costruito, e soprattutto ha gli stessi parametri che a mio parere hanno reso belli i due titoli precedenti. Non è fracassone... per lo meno, fino a che non ci sono degli scontri a corpo libero, ove le riprese vengono fatte appendendo la telecamera a un elastico e farla rimbalzare ogni istante come un canguro mentre inquadra i due che lottano... Roba da mal di testa, lo giuro. Per il resto c'è intrigo, corse contro il tempo, inseguimenti, spietatezza a non finire. Gli attori, come al solito, son quasi tutti bravi, e al contempo tutti comparse perché questa pellicola è Bourne centrica. Mai che i cattivi abbiano il loro momento di protagonismo... Sono prede da stanare. Mai che i comprimari abbiano il loro momento di approfondimento, è Bourne che le rende interessanti. Questa è forse la pecca maggiore delle pellicole di Bourne, ma vi assicuro che se si segue il film per rilassarsi e divertirsi, non ci si accorge di nulla. Poi, il vantaggio di creare una sorta di miniserie, fa sì che alcuni comprimari acquisiscano spessore con il tempo, perché piano piano la trama lascia loro quegli scampoli necessari ad esprimere emozioni, a far trasparire un briciolo di profondità. Bravi gli interpreti, che non cito per pigrizia, a sfruttare questi momenti a vantaggio del loro personaggio.
In generale, è ben fatto e avvincente. Rimane sul livello dei suoi predecessori, e basta con le storie parallele, niente leader di colore da uccidere, niente mafioso/magnate russo che vuole vendicarsi, qui è Bourne contro tutti, capito?
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Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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