
E' probabilmente il meno riuscito della saga. Protocollo Fantasma ci prospetta la minaccia di una guerra nucleare. Un ex agente sovietico ruba i codici di lancio, e il dispositivo di comando, del sistema missilistico sovietico, il suo scopo è quello di scatenare una guerra nucleare nella speranza che il mondo che ne verrebbe fuori sia migliore di quello attuale, la sua fonte di ispirazione sono le città di Hiroshima e Nagasaki, che dopo essere state devastate, sono diventati luoghi dove la pace e il rispetto reciproco sono insiti nell'animo degli abitanti. Ovviamente, per far sì che il suo piano funzioni, l'agente sovietico fa in modo che gli americani siano coinvolti loro malgrado, costruisce ad arte una trappola in cui Ethan Hunt e il suo team cade senza neppure accorgersene. Ciò, ovviamente, mette in cattiva luce l'agente segreto, e costringe il presidente degli Stati Uniti ad attivare il protocollo fantasma, chiudere l'agenzia, e dichiarare tutti i suoi membri come un gruppo terroristico. Hunt dovrà quindi sventare l'inizio della terza guerra mondiale, e allo stesso tempo, ripulire l'immagine dell'agenzia e dei suoi uomini.
La situazione appare surreale, per fortuna che i film di Mission Impossible compaiono a cinque anni di distanza l'uno dall'altro perché... O Hunt porta sfortuna, o questa agenzia sarebbe meglio chiuderla davvero. Nel primo veniva tradito Hunt e tacciato di essere un traditore. Nel secondo è un agente a tradire l'agenzia e Hunt deve risolvere la situazione. Nel terzo è il vice direttore dell'agenzia a tradire, e Hunt risolve. Qui l'agenzia viene chiusa e tacciati tutti come traditori, ovviamente Hunt dovrà risolvere. In tutti i quattro film c'è un computer da violare... da violare in modo spettacolare. Ci son scene già viste, tipo arrampicate a mani nude, inseguimenti acrobatici in strada, scazzottate in situazioni estreme, come sul tetto di un treno ad alta velocità, sulle ali di un aereo, eccetera eccetera eccetera. Del resto son questi gli ingredienti che si chiedono a chi produce film di spionaggio spettacolare... E fino al terzo film tutto girava a meraviglia perché alle spalle del cast, e del plot abbastanza prevedibile, c'era comunque una grande regia.
C'è anche qui! Ma si tratta di Brad Bird, che ammetto di adorare, ma è pur sempre un regista di cartoni animati. E' suo il bellissimo
Gigante di ferro, è suo
Gli Incredibili, è suo
Ratatouille, solo per citarne tre a caso... E Protocollo fantasma diventa un film con componenti divertenti, quasi comiche, che vanno a snaturare la tensione del film.
Per l'amor di Dio, si ride, ci si diverte, e alla fine il film cattura. Ma la saga, a mio parere, viene snaturata e una caricatura di sé stessa. Anche le ottime spalle di Cruise, questa volta, non svolgono bene il lavoro. Poco spessore, giusto azione ed effetti speciali, oltre a battutine buttate qua e là, unite a scene da cartone animato un po' fuori luogo. La bella Paula non è all'altezza della situazione, non seduce, ne convince, ha una bellezza statuaria, ma non è ben sfruttata. Non credo sia tutta colpa sua, è l'insieme che non regge. Non si capisce se si sia voluto realizzare una sorta di film parodia (la scena col magnate indiano è davvero imbarazzante), o semplicemente si sia tentato di avvicinare spettatori differenti da quelli normalmente attira un film action.
Novità assoluta per Mission Impossible, è una piccola chicca, ovvero una anticipazione al quinto film, alla lotta contro il Sindacato, e che è apparso nei cinema proprio alla fine di questa estate.
Da vedere? Comme ci comme ça.
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Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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