giovedì 1 ottobre 2015

Mad Max, Oltre la sfera del tuono - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Il terzo capitolo della saga di Mad Max è, a mio parere, il migliore. Io non sono un amante dei film post-atomici, è una premessa essenziale per questa recensione. Questo genere di film tende a non dare spiegazioni, a creare mondi post-guerra dove comunque non c'è mai scarsità di proiettili (n.d.r. Chi li fabbrica?) e neppure di benzina (n.d.r. Chi la raffina?). Certo, la premessa di questi film è la lotta per il potere, e soprattutto per le poche risorse rimaste, ma poi - nello svolgimento - si finisce per fare un gran spreco di queste risorse solo per dare la caccia a un solitario testardo, o robe simili.
Ma tant'è... Io son testardo, e li guardo ugualmente, almeno una volta, in cerca di qualche perla nascosta tra le conchiglie. E ogni tanto, ve l'assicuro, capita.

No, Fury Road non è all'altezza, per quanto sia sicuramente meglio di molti film di questo tipo usciti negli ultimi anni, questo reboot della saga è sicuramente meno incisivo del 'gran finale' della trilogia originale.

Oltre la sfera del tuono ha qualcosa in più! Qui c'è una città. Con tutte le sue idiosincrasie, c'è comunque una società che è risorta dalle ceneri. Hanno energia. La producono grazie allo sterco di maiale, estraendo il metano che si produce naturalmente da questo tipo di... ehm... C'è una sorta di equilibrio che Mad Max va a minare, perché derubato, perché pazzo, e perché non guarda in faccia a nessuno. Ci sono le invidie di palazzo, ci sono leggi pratiche ed essenziali (n.d.r. due combattono, uno vive - rotto il patto, decide la ruota). A Bartertown Max si troverà invischiato nelle lotte di potere tra chi guida politicamente la città, e chi invece padroneggia la conoscenza, e la fabbrica, in cui si produce metano per dare energia alla città. Lotterà nel Thunderdome, sconfiggerà il campione del piccolo uomo che ha reso possibile lo sfruttamento del metano, e verrà mandato in esilio perché così ha deciso la ruota, perché ha sconfitto il campione, ma non l'ha ucciso.
L'esilio lo condurrà a scoprire una seconda comunità. Un gruppo di bambini abbandonati in un angolo paradisiaco del deserto. Loro ancora attendono che qualcuno torni a prenderli... Ma quel qualcuno è ormai morto. Vivono come selvaggi, privi di istruzione, sono poco più che uomini primitivi, e quando vedono Max sbucare dalle sabbie del deserto, lo credono il loro salvatore.
Difatti Mad Max li salverà, o per lo meno, darà loro una nuova speranza.

Film dove vengono dipinte tre società. La prima è brutale, tecnologica, ma basata sulla forza, sul controllo, sulla tirannia, diciamo uno schema pressoché medievale. La seconda è tribale, legata alla natura, fragile, guidata dall'istinto, quasi animale. La terza è costruita sulla speranza, e sul sacrificio di Mad Max. Una società che ci viene mostrata come la fiammella che si riaccende dalle ceneri del passato.
In questo film le risorse sono davvero limitate, ed è ricco e potente colui che ne dispone, ma allo stesso tempo, è anche fragile, perché è consapevole che il suo potere dipende dal fatto che altri sottostiano al suo volere, e che tutto quanto ha creato potrebbe crollare con uno schiocco di dita. In questo film ci viene narrato cosa accadde, senza troppe spiegazioni perché nessuno dei superstiti sa veramente cosa sia accaduto, e perché. In questo film i personaggi sono ricchi di sfumature, non sono scolpiti nella roccia. Mad Max sa essere spietato e allo stesso tempo compassionevole. Gli avversari sono assetati di sangue, ma riconoscono il valore altrui, e non si limitano ad uccidere, hanno regole morali, e forse la loro crudezza è solo frutto della vita che son costretti a vivere, e non del loro vero ego. E' credibile. E' solido. Ha trame sotterranee che si dipanano lentamente mentre quella principale ci tiene impegnati. Soprattutto... La solitudine di Mad Max è subita, non cercata, e nel volto di Gibson si legge più spesso frustrazione che, indomita pazzia.

Insomma... E' un film completo. Lo consiglio vivamente.


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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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