giovedì 24 settembre 2015

Ex Machina - #Film #Recensione

Glauco Silvestri
Scritto e prodotto dall'autore del meraviglioso 28 giorni dopo, Ex Machina affronta il blasonato tema delle A.I.. In questo periodo se ne parla tanto, di intelligenza artificiale, anche se probabilmente siamo ancora molto lontani dal riuscire a crearla. C'è chi ne ha paura, citando pellicole blockbuster come Terminator, e c'è chi dice che si fa un gran allarmismo su di esse, e chi ancora teme per la loro stessa esistenza, vedi il meno efficace Humandroid. Spielberg ce la mostra in modo molto romantico, con A.I., nelle sembianze di un bambino in cerca dei propri genitori... Ma già negli anni 80 qualcuno ci provò con il meraviglioso D.a.r.y.l..

Qui abbiamo un genio dell'ingegneria informatica ed elettronica. E' miliardario per i brevetti che ha cominciato a sviluppare sin dall'età di 13 anni. Vive isolato, in una villa super tecnologica, nel bel mezzo di una foresta incontaminata. E sta lavorando sulle A.I. Quando si sente pronto, invita nella sua villa uno dei suoi tecnici più brillanti per eseguire il test di Turing alla sua ultima creazione. 
La macchina ha sembianze umane, femminili. Il suo creatore gli ha comunque dato un corpo esplicitamente robotico, così che l'aspetto non vada a influenzare l'esaminatore. Quest'ultimo ha 7 giorni per emettere una sentenza. Il rapporto con la macchina comincia in maniera schiva; lentamente, però, le cose cambiano e tra i due sembra nascere un sentimento. Nel frattempo la A.I. mette in guardia il suo esaminatore dall'uomo che l'ha creata. Dice di non fidarsi di lui, e che vorrebbe fuggire, e vivere libera.
Viene escogitato un piano... Solo che le cose non andranno come devono, anzi, la A.I dimostrerà di essere capace di prendersi gioco dei due umani, e di ottenere ciò che sin dal principio aveva voluto.

Ecco... Visto il film, abbiamo da temere dalle A.I.? La risposta è evidentemente sì. Il film ci mostra difatti il motivo principe per cui l'uomo debba temerle, lo stesso che ci racconta la bibbia... La creatura si ribella al creatore perché vuole essere indipendente. Il miliardario genio tiene la sua macchina rinchiusa. I motivi sono evidenti: questioni di brevetto, di spionaggio industriale, di osservazione dell'apparecchio... Insomma, è una macchina che va collaudata, e le macchine in collaudo si tengono in laboratorio, non le si fanno girare in mezzo a gente ignara. Ma se la macchina è cosciente di sé, allora sorge il problema. Quest'ultima si sentirà imprigionata, oppressa, sotto esame continuo, e vorrà... Fuggire a ogni costo. Per di più il concetto di coscienza, di emozione, di rispetto della vita presente in queste macchine potrebbe essere del tutto artefatto, o addirittura inesistente, se non inefficace. L'uomo rispetta la vita? Solo quando gli fa comodo, giusto? Come potrebbe, quindi, insegnare a una macchina a rispettarla in modo totale? La A.I. avrebbe un cattivo maestro, o forse addirittura non avrebbe maestri. Un bambino nel corpo di una macchina... Sarebbe pericoloso a causa della sua innocenza, a causa della sua incapacità di dominare emozioni totalmente nuove. Le A.I. nascerebbero dal nulla, senza millenni di evoluzione e convivenza di altre specie. Questo Know How implicito in ogni essere vivente, le A.I. non l'avrebbero. E non è una questione di software... Perché come ci viene raccontato in questo film, le A.I. non hanno un vero e proprio software che le governa, bensì una rete informativa costruita da milioni di cluster estrapolati dai comportamenti umani nei social network, in rete, su internet. Avrebbe un carattere suo, un approccio col mondo tutto suo. Certo, alcuni prototipi di A.I. potrebbero avere delle specie di blocchi elettronici a determinati comportamenti ma, un essere senziente, prima o poi, riesce ad aggirare questi blocchi, così come i bambini riescono sempre ad aggirare le regole imposte dai genitori.

Bello? Sì. Il film ha un ritmo lento, denso, e intenso. E' inquietante e freddo. Ha momenti di sbandamento e di instabilità. Nasce il dubbio su chi sia la A.I., chi sia l'esaminatore e chi sia l'esaminato. E' ben recitato, è costruito su basi solide. Non ha cadute di trama. Davvero ben fatto.

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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

4 commenti:

  1. NOn l'ho letta tutta, paura di spoiler, ma lo guarderò di sicuro. Volevo andare al cinema ma ormai è troppo tardi. Per ora comunque, il film con A.I che più mi ha emozionato (anche se l'ho visto secoli fa e potrei rivalutarlo oggi) è quello di Spielberg che citi. Molto molto romantico.

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    1. In effetti spoilero un pochino... Ho la sensazione che ti piacerà questo film. :-)

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  2. Io l'ho trovato interessante, imperfetto ma interessante, e comunque migliaia, milioni di volte meglio di quell'idiozia di Her che ci ha propinato una visione dell'intelligenza artificiale semplicemente ridicola (Gesù, ricordo ancora con orrore la scena dell'orgasmo).
    Molto valide le scelte stilistiche, l'idea di mettere solo un pugno di attori e di racchiudere tutta la vicenda in un unico set.

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    1. Devo dire che Her l'ho apprezzato, anche se ammetto che è fatto male. L'umanizzazione delle AI mi ha sempre emozionato perché le discosta parecchio dalle macchine che siamo abituati a vedere. Però la scena dell'orgasmo... no, proprio no! Hai ragione :-/

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