Edward Hopper si discosta molto dai miei gusti artistici, che come avrete immaginato hanno simpatie rivolte soprattutto agli impressionisti, eppure la sua ruvida realtà mi attira come un magnete, mi blocca, mi istiga alla riflessione.
Il personaggio è probabilmente l'artista americano per definizione. Egli dipinge l'America per ciò che è, senza commentare, proiettando la realtà e mostrandola senza particolari sfaccettature. E' il caposcuola del realismo statunitense, e forse l'unico artista che apprezzo veramente e ciecamente in questa corrente artistica. Il motivo è che Hopper, nei suoi quadri, mostra anche sé stesso. E' solido, riflessivo, per certi versi cupo, per altri attento.
Nei suoi quadri molti vedono la solitudine. Io ci vedo la vastità. Come rappresentare altrimenti un paese con ampi spazi vuoti, con deserti immensi, e allo stesso tempo agglomerati urbani enormi?
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Nighthawk |
Le rappresentazioni urbane, ove spesso l'uomo è di contorno, rappresentano nella loro spazialità, e compostezza, l'immensità del paesaggio americano. E rappresentano anche l'americano tipico, un uomo abituato alla solitudine ma non solitario, il pioniere che va oltre il confine per fondare una nuova comunità, l'agricoltore che vive e lavora da solo in campi vastissimi, e che la domenica si ritrova in chiesa al paese, o al campo da baseball. Un uomo, l'americano, che sa essere concreto e sognatore allo stesso tempo, proprio come le rappresentazioni dell'artista.
Di Hopper conoscevo, per l'appunto, le sue opere urbane solitarie. Poco avevo visto dei suoi lavori ove è l'erotismo a farla da padrone, e allo stesso tempo, nulla conoscevo delle sue rappresentazioni rurali, per lo più della sua casa di campagna.
L'artista è comparso nella mia vita per caso, in Pleasentville, ove per qualche motivo ho accomunato alcune scene notturne nel locale di Bill Johnson con Nighthawk, l'opera di Hopper. E ovviamente con la casa di Psicho, ispirata esplicitamente a House by the Railroad.
Non ho avuto modo di vedere dal vivo le sue opere, se non in sporadici eventi dove apparivano uno o due quadri dell'americano.
Il libro che ho letto, invece, proviene da una mostra avvenuta in Italia nel 2010, a cui non riuscii ad andare, né a Milano, né alla sua successiva esposizione di Roma.
E' un artista che merita di essere esplorato perché la sua arte nasce da una esperienza europea, una lunga visita a Parigi, e alla successiva elaborazione di quanto ammirato, proiettandola verso la concretezza statunitense, ma soprattutto, alla concretezza dell'Hopper uomo.
Libro stupendo, completo, ricco di informazioni e di valutazioni rispetto all'epoca in cui l'artista visse. Le tavole sono rappresentate in modo egregio, su carta patinata, di qualità, in una edizione che merita davvero di stare in libreria.
Il mio rammarico? Il non aver potuto vedere la mostra dal vivo... Sigh!
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Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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