Questo film ha trent'anni sulle spalle, ma è ancora un bel film da vedere.
Corto Circuito ha tante frecce al suo arco, e si fa perdonare per le piccole pecche che una pellicola di questo genere possiede per definizione. E' divertente, prende un po' in giro i progettisti nerd, tanto geniacci quanto incapaci di vivere nel mondo reale, e ci mette di fronte a una creatura meccanica che sicuramente sa farsi amare.
Io... Be', lo ammetto, avevo una cottarella per Ally Sheedy (che comparve anche in
War Games, per intenderci), per cui sono particolarmente affezionato a questo film.
Ma di cosa parla? La Nova Corporation presenta all'esercito la sua ultima creatura. Si tratta di un robot senziente da guerra, perfetto per sostituire la fanteria in ogni occasione il rischio di perdite umane sia molto alto. Durante la presentazione, che è un successo, il robot Numero 5 viene colpito da un fulmine. Ciò lo manda in corto circuito, e viene messo in riparazione... Solo che mentre attende che i tecnici si occupino di lui, la macchina si risveglia e acquisisce coscienza. Fugge dal laboratorio, e si rifugia in casa di Stephenie, che nella vita gestisce un ricovero per animali da compagnia.
La Nova Corporation vuole il robot indietro, è convinta che esso sia pericoloso, per cui coinvolge la milizia interna della società. Solo i progettisti del robot pensano che esso non sia pericoloso, per cui decidono di cercare autonomamente la macchina, ciò li metterà contro l'amministrazione della Nova, e li farà schierare dalla parte di Stephenie, e di Numero 5.
E' una commedia, per cui non aspettatevi un film pieno di effetti speciali alla
Terminator o robe simili. Eppure si parla di macchine autocoscienti, si parla di una ribellione delle macchine al loro creatore. Un tema che nella fantascienza è stato battuto parecchie volte. Qui è l'ironia che la fa da padroni. Molto meglio del moderno Humandroid, perché divertente, e irriverente. Come molti film anni ottanta, i cliché si sprecano. I militari prima sparano, poi danno l'alt. Gli scienziati non sanno trattare con gli altri esseri umani, soprattutto se donne. Gli imprenditori badano solo ai soldi. E i robot? Input, hanno bisogno di input! Per cui son quelli che imparano più cose di tutti, apprezzano la vita, odiano la morte, e cercano solo di vivere tranquilli.
Ottime le interpretazioni della Sheedy, e di Guttenberg (volto che conoscerete per via di
Scuola di Polizia). Bravo, davvero brillante, è Stevens, che veste i panni Ben Jahrvi. Le sue battutine sono un vero sostegno divertente all'intera struttura del film. C'è una battuta che, dopo trent'anni, mi fa ancora ridere, quando il Dr Newton racconta a Ben il suo primo incontro con Stephanie, questo sorride e gli dice «Scommetto che è vergine, o che per lo meno lo è stata in passato!». Non so... Ogni volta che la sento scoppio a ridere.
Ci siamo capiti, vero? Il film è piacevole, il mecha design pre-annuncia la venuta di
Wall-e, e la storia c'è. Lo consiglio di sicuro.
About the Author
Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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