Meglio, molto meglio questo secondo episodio della saga di Capitan America.
The Winter Soldier ci porta ai giorni nostri, ma i nemici rimangono quelli di sempre, ovvero l'Idra. Si pensa infatti che essa sia stata battuta, sconfitta, eliminata per sempre. Lo Shield ora si occupa di altro, e tutto sembra andare per il verso giusto. Un progetto segretissimo sta tessendo le fila per il controllo globale della situazione, così da impedire al terrorismo di compiere nefandezze, ma c'è chi trama nell'ombra.
Nel frattempo il nostro Steve sta cercando di adattarsi al nuovo mondo. Ha una lista di cose che si è perso e che meritano di essere prese in considerazione (guardate con attenzione cosa compare in lista...), ha nuovi amici, e la Vedova Nera sta persino tentando di trovargli una ragazza.
Sembra un momento tranquillo della vita di Rogers, ma non durerà a lungo. Un attentato a Fury travolge il soldato in una spirale di eventi negativi. Le ultime parole di Fury prima di morire? Non ti fidare di nessuno. In realtà Rogers finirà per fidarsi della Vedova Nera, e farà bene. Il complotto difatti nasce dall'interno, e spinge per usare le forze dello Shield per dominare il mondo. A far da spalla ai complottisti è Il Soldato d'Inverno, il cui volto - lo si scopre in un momento topico del film - è quello del miglior amico di Rogers, Barry, morto durante una missione contro l'Idra nel primo film.
Aumenta lo spessore dei personaggi, in questa seconda pellicola, e finalmente Rogers sembra avere una personalità complessa, per quanto mirata alla purezza di spirito. Molto carino il nuovo taglio di Scarlet Johansson per questa versione mielosa della Vedova Nera (che dire poi di come diverrà nel secondo Avengers?), ove prova in tutti i modi di trovare una ragazza al nostro soldato invulnerabile. Lo stesso Rogers non è tutto dovere e rigidezza militare. Ora ha degli amici, per quanto particolari, e si lascia un po' andare. Ascolta musica, guarda le ragazze, fa battutine, riesce persino ad andare contro all'organizzazione che lo ha salvato dai ghiacci. Ma soprattutto, si risveglia il lato umano del soldato, quando rivede l'amico, quando - in alcuni momenti - ripensa al passato.
Insomma, ci si trova davanti a un film meglio costruito, e un po' più complesso, meno lineare, con un po' di intelligence tra un combattimento e l'altro. Sì, molto meglio. E ancora una volta si dimostra che le Air Carrier non servono proprio a nulla.
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Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
È piaciuto parecchio anche a me, probabilmente il più riuscito dei cinecomics Marvel assieme il primo Iron Man.
RispondiEliminaStrutturato, ben coreografato, e, come noti tu, con un occhio più attento all'introspezione.
E poi, una piccola parte ce 'ha anche l'attempata ma sempre fascinosa Jenny Agutter. ;)