
E' curioso come mi capiti, casualmente, di pubblicare la recensione su
un saggio dedicato alla prima guerra mondiale, nel giorno in cui si commemora la liberazione d'Italia dopo il secondo conflitto mondiale. Curioso ma non tanto fuori dalla realtà storica, visto che fu proprio la fine di questo terribile conflitto a creare le basi per cui dovesse scoppiare la seconda guerra mondiale, solo ventuno anni più tardi. Già! Perché al termine del 1918 l'Europa finì per vedere destabilizzate tutte le forze politiche in campo. L'Impero Austro-Ungarico era crollato. La Germania era stata battuta sia militarmente, sia economicamente, sia politicamente, al punto che i movimenti popolari porteranno al potere Hitler. In Russia si scatenò una vera e propria rivoluzione politica, portando il comunismo dei Soviet al potere, e fondando le basi per la successiva politica oltranzista che tutti conosciamo. Molti stati furono frammentati, la Polonia, la Jugoslavia, e tanti altri territori furono strappati dal controllo degli imperi centrali, e divennero indipendenti. L'Italia vinse la sua scommessa, e riuscì - finalmente - a unificare l'intero paese togliendolo dal giogo degli austriaci, ma ciò alimentò un moto nazionalista che in breve tempo avrebbe portato alla luce Mussolini. La Francia fu la grande vincitrice, così come l'Inghilterra. La prima dimostrò al mondo la propria potenza. La seconda sfruttò l'occasione per rivendicare maggiori territori coloniali. Uscirono però dagli scontri - entrambe - molto provate, al punto che le loro politiche non avrebbero retto a lungo. In breve tempo i territori coloniali delle due potenze europee avrebbero cominciato a fare pressione per liberarsi dal loro giogo, e con il sangue ci sarebbero riuscite, creando instabilità, odio, dissapori, e ulteriori lotte culturali che ancora oggi si trascinano e sono davanti agl'occhi di tutti. Gli Stati Uniti, infine, pur non ottenendo l'unica cosa che chiedeva, ovvero un documento che dichiarasse libero il mare al di fuori dei confini territoriali (cosa a cui si oppose l'Inghilterra, che in quel momento, grazie alla sua immensa e potente flotta, deteneva praticamente il controllo totale su di esso), dimostrarono di essere divenuti una nazione forte e pronta a dimostrare il suo valore.
Questo è ciò che accadde dopo il conflitto... Ma durante? Scoppiato per via di un attentato in territorio serbo, e alimentato dall'odio atavico tra austriaci e serbi, la guerra era nell'aria - in realtà - già da un decennio. La Germania aveva un forte esercito, ben strutturato e addestrato. La Francia non era nelle medesime condizioni, ma si presentava come nazione vincitrice delle precedenti scaramucce, per cui guardava un po' dall'alto in basso i vicini di casa. L'Inghilterra sperava non si scatenasse nulla, ma sapeva bene che una guerra tra i due colossi avrebbe messo in moto teatri minori che avrebbero destabilizzato le sue colonie. La Russia, invece, era completamente impreparata al conflitto, e sinceramente sperava di non essere coinvolta, anche se i rapporti di amicizia con la Serbia non le davano scampo.
Quando l'Austria fece pressioni per giudicare l'assassino serbo sul proprio territorio si scatenò una guerra diplomatica di breve durata. La Germania voleva combattere perché sapeva di essere superiore alla Francia. Quella era l'occasione. Una guerra lampo. Tutto finito. E la Francia non avrebbe più dato fastidio. I fatti tra Austria e Serbia potevano essere l'occasione ideale. Erano persino convinti che i Russi non sarebbero intervenuti, visto che non erano pronti a uno scontro diretto. Sarebbe stato perfetto... E per evitare che gli inglesi accorressero in aiuto dei francesi, la flotta tedesca fu tenuta in porto in modo da non minacciare la supremazia dei mari anglosassone.
E così ci furono le prime cannonate, la resistenza dei serbi alla preponderante forza dell'impero Austro-Ungarico, la richiesta d'aiuto verso i compagni russi e francesi, e le successive dichiarazioni di guerra di questi ultimi, fino all'entrata nel conflitto dei tedeschi, che avvenne quasi di soppiatto, invadendo il neutrale Belgio, e dichiarando guerra nel momento stesso dell'invasione dei territori francesi.
E all'inizio tutto andò come volevano i tedeschi. La Francia era arretrata, andavano al fronte con divise bianche e rosse, fucili a retrocarica, e cannoni davvero ridicoli rispetto alla macchina bellica teutonica. Fu per questo motivo che l'Inghilterra si intromise, non poteva permettere che i tedeschi si prendessero tutta l'Europa. Così... dopo una prima debacle, dopo una avanzata travolgente delle armate tedesche, ecco che tutto si ferma, e comincia una terribile, interminabile, guerra di trincea.
Le sorti della Germania erano ormai segnate. L'impero centrale non poteva più sperare in una vittoria rapida, e neppure nella vittoria finale, visto che era stretta su due fronti, e non aveva risorse paragonabili a quelle dei suoi avversari per poter sostenere uno scontro duro, e duraturo.
Moriranno oltre 9 milioni di persone al fronte, a cui vanno aggiunti altri milioni di civili coinvolti nel conflitto, più quelli che moriranno per la fame, la carestia, le malattie, il conteggio finale sarà di oltre 21 milioni di vittime.
Una vera tragedia umana.
La prima guerra mondiale è il conflitto in cui appaiono tutte le armi moderne, a partire dai carri armati, passando per l'aviazione, fino ai terribili gas velenosi.
Il libro racconta il conflitto attraverso una analisi approfondita, guardando tutti i fronti in cui si svolgeva il massacro, rimanendo sempre al di sopra dei campanilismi, raccontando pregi e difetti di ogni schieramento, riportando lettere di soldati, di ufficiali, non risparmiando mai critiche a certe scelte tattiche, o non tattiche, fatte durante il conflitto. Ci racconta la storia di uomini col fucile, ma anche di generali travolti da un tipo di conflitto che nessuno aveva mai visto prima. Mostra la disperazione, il coraggio, la follia. In pratica, ci mostra come, da un'epoca per certi versi nobile, si sia passati al mondo moderno che tutti quanti noi conosciamo.
Davvero un bel libro.
About the Author
Glauco Silvestri /
Author & Editor
Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.
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