sabato 21 febbraio 2015

Il Dilemma dell'Onnivoro

Glauco Silvestri
Non ho intenzione di spiegarvi il motivo per cui questo libro è finito nel mio Kindle. Il Dilemma dell'Onnivoro è un saggio dedicato all'alimentazione. 

Si parte dal presupposto che la nostra specie abbia, come dire, qualche problema in più, rispetto alle altre specie, quando deve scegliere cosa mangiare. Gli erbivori e i carnivori non hanno grossi problemi. I primi mangiano erba e/o più in generale i vegetali, i secondi devono invece mangiare carne. Poi ci siamo noi onnivori, e il tutto si complica.

Essere onnivori è un vantaggio per molti versi. Prendiamo il Koala. Questo simpatico marsupiale si nutre esclusivamente di Eucalipto. Se questa pianta dovesse estinguersi, anche il Koala sarebbe spacciato. La possibilità di variare la propria dieta in base all'ambiente in cui ci si trova è un vantaggio non trascurabile in ambito della sopravvivenza della specie. E' vantaggioso anche dal punto di vista intellettivo. Molti antropologi concordano nel fatto che il nostro essere onnivori ci abbia reso più curiosi, e più intelligenti, rispetto ad altre specie. Non è un caso che il succitato Koala abbia un cervello tanto piccolo da non occupare neppure un terzo della sua scatola cranica. In pratica, secondo quanto spiega il libro, al mondo le specie viventi si dividono in due grandi categorie, quelle che basano lo stomaco, e quelle che hanno il cervello. I bovini, ad esempio, possiedono un doppio stomaco (il rumine e lo stomaco vero e proprio) per poter digerire i vegetali al meglio, e ottenere il massimo dell'energia possibile da essi. Tutti gli erbivori hanno stomaci molto complessi proprio per questo motivo, rumine o non rumine. Noi stessi abbiamo un apparato digerente molto lungo per agevolare la digestione dei vegetali. I carnivori hanno invece un apparato digerente molto più semplice, e in compenso hanno mandibole molto sviluppate così da potersi procacciare meglio ciò di cui abbiamo bisogno.
Il nostro apparato mandibolare è una via di mezzo tra i due, abbiamo sia una dentatura utile a strappare carne, sia una dentatura capace di macinare vegetali. Però noi non siamo specializzati... E ciò ha spinto la nostra specie a... Fare tentativi! Noi non abbiamo certezze assolute che ciò che ci circonda sia cibo per le nostre bocche. Questo è il Dilemma dell'Onnivoro.
La nostra specie ha compreso che certi cibi devono essere cotti per poter essere meglio digeriti. Il nostro apparato digerente, nei millenni, si è adattato a tollerare il latte animale come bevanda. Il fatto che non avessimo un imprinting preciso su ciò che è mangiabile e cosa non lo è, ci ha spinto a socializzare, a condividere le informazioni, a creare comunità, a sviluppare strategie condivise per sfamare tutti quanti facenti parte della comunità. Tutto ciò ha fondato le cosiddette tradizioni alimentari. Nel tempo si è passati dalla Caccia e dalla Raccolta, all'allevamento e all'agricoltura, si è devoluto il compito di procurare il cibo solo ad alcuni membri delle comunità, così che altri potessero impegnarsi in altri compiti sociali. E... Via così, fino ai giorni nostri.

L'autore del libro prende in esame quattro forme di nutrimento che tutti conosciamo:
  • Il cibo industriale, il cui simbolo per eccellenza è il fast food, ma anche i prodotti da supermercato. Per fare ciò ha addirittura acquistato un manzo, e ne ha seguito la vita dal suo primo muggito fino al giorno della macellazione;
  • Il cibo biologico, quello delle grandi catene alimentari, che per certi versi non si discosta troppo dal cibo industriale, se non per alcuni principi morali che ne limitano la spregiudicatezza.
  • Il cibo a chilometri zero. Vivendo in una fattoria, lavorando a stretto contatto con i contadini, svolgendo gli stessi compiti, osservando come funziona la vita rurale più tradizionale.
  • Il cibo ottenuto come i nostri avi, ovvero cacciando la carne, e raccogliendo i prodotti della natura.
Ognuno di questi capitoli è esaminato con freddezza. Pro e contro sono evidenti, e le riflessioni seguono percorsi che giustamente guardano la moralità, la praticità, la qualità, il costo ambientale, eccetera eccetera eccetera.

Se c'è una pecca in questa pubblicazione è che si tratta di un testo fortemente orientato allo stile di vita americano. Sin dalle prime pagine l'autore spiega che il popolo americano è quello che più di tutti soffre del Dilemma dell'Onnivoro perché nasce senza avere una radicata cultura alimentare. Non è un caso che è il popolo che soffre di più al mondo di disturbi alimentari, quello che è più disorientato riguardo a ciò che fa bene e ciò che fa male, e che è più suscettibile alle mode del momento, alle diete, alle strategie dei vari guru che di anno in anno ottengono attenzione da parte dei media.
Però, pur vivendo in Italia, pur godendo di una tradizione alimentare tra le più sane al mondo, non si può nascondere la testa nella sabbia e credere che quanto è raccontato nel libro non ci tocchi in prima persona. Le grandi catene industriali sono presenti anche nel nostro paese, i fast food stanno dilagando, e il junk food è ormai pubblicizzato a suon di gran cassa su ogni tipologia di media.

Leggendolo imparerete a odiare lo Zea Mais. Dubiterete della scritta 'biologico' sui prodotti da supermercato. Comincerete a farvi delle domande su quale sia il nostro ruolo nel ciclo alimentare di tutte le specie sul nostro pianeta. Scoprirete che c'è un ciclo alimentare che ha origine dal sole, e uno invece che è originato dal petrolio. Vi preoccuperete della vitamina B12... Insomma, sarete più consapevoli qualunque sia la vostra filosofia alimentare.

E' un testo che merita una lettura approfondita, utile per comprendere meglio cosa mangiamo veramente, e cosa possiamo fare per migliorare la nostra alimentazione. Lo consiglio.


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Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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