lunedì 5 gennaio 2015

Anche i Robot avranno leggi a cui sottostare...

Glauco Silvestri
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Mi vien subito in mente Isaac Asimov, anche se - come dice l'articolo in fotografia - le sue leggi erano rivolte a macchine senzienti, e attualmente la loro applicazione avrebbe poco senso. Mi vien subito in mente Runaway, e probabilmente in questo caso tutto calza alla situazione attuale. Roba da Fantascienza?

Mica Tanto. Per quanto le A.I. complesse siano ben lungi dall'essere sviluppate, e ancor più lontani dalla loro commercializzazione nel mercato consumer, la realtà è comunque popolata di robot autonomi, e anche in Europa ci si rende conto che il comportamento dei Robot deve essere regolamentato. Fino a ora, se un robot commette un reato, il responsabile è l'azienda che lo produce. Tale tipo di legislazione tende a frenare lo sviluppo tecnologico dei prodotti consumer europei, ponendoli in una situazione di svantaggio nei confronti di prodotti stranieri.

L'esempio proposto nell'articolo - scritto da Luca Bolognini - uscito il 20 dicembre 2014 su Il Resto del Carlino (n.d.r. spero non si arrabbino per aver pubblicato una foto dell'articolo, visto che son passate settimane dalla sua uscita), è quello delle auto che guidano da sole. Secondo la legislazione attuale, un veicolo non può muoversi senza autista. Ciò non impedisce alle aziende automobilistiche europee di studiare vetture capaci di muoversi in modo indipendente, ma ne impedisce il collaudo in situazioni di vita reale (se non in casi rari in cui i test vengono realizzati in piccole località con accorti 'privati' molto complessi con le amministrazioni locali). Soprattutto, se un veicolo autonomo commette un reato (investe pedoni, per fare un esempio), la responsabilità - attualmente - cade totalmente sull'azienda costruttrice. Questo frena molto lo sviluppo tecnologico delle aziende, che temono di finire seppellite da una miriade di cause legali di difficile sbroglio. E l'esempio dell'articolo va nel concreto: Se una vettura si trova in una situazione ambigua dove, andando dritta investe cinque persone, scansandole verso destra ne uccide due, e andando a sinistra finisce in un burrone, uccidendo i passeggeri... quale scelta dovrebbe compiere il veicolo? Qualunque sia la scelta fatta dall'intelligenza dell'auto, alla fine qualche parente farebbe causa alla ditta costruttrice... e buona notte ai suonatori (Ricordate il film I Robot?).

Nell'articolo si ipotizza che un problema del genere potrebbe essere risolto con un software che compisse una scelta casuale tra le tre opzioni, così da scaricare i responsabili dell'oggetto, e del software che lo guida, da responsabilità che attualmente li porterebbe senza scappatoie a processi per omicidio.
Questo è solo un esempio, ma l'importanza della regolamentazione legale dei comportamenti di questo tipo di dispositivi, che vada a considerarli come persone giuridiche di qualche tipo, con diritti e doveri, è diventata fondamentale. La nostra epoca ci pone di fronte a nuove frontiere che devono essere studiare con attenzione, e affrontate con perizia, senza soffocare lo sviluppo tecnologico, e allo stesso tempo senza schiacciare i diritti delle persone fisiche e giuridiche come sono state considerate fino a oggi. E' importante che esistano, e che dettino percorsi utili da seguire per lo sviluppo di future tecnologie. Appare evidente che è difficile regolamentare tecnologie appena nate, o addirittura ancora da inventare e sviluppare, ma in tutto ciò può venire in aiuto la fantascienza, la ricerca, 'lo spirito pioneristico', l'apertura mentale a cui spesso tecnici e scienziati si ispirano per creare i prodotti commerciali che oggi sono presenti nelle nostre case, e che in futuro solleticheranno la nostra curiosità.

E' un articolo interessante, e soprattutto è interessante seguire lo svilupparsi di queste proposte, perché potrebbero determinare l'evoluzione tecnologica in Europa, dare vita a nuove imprese, o soffocare nuove idee, a seconda di come le regolamentazioni verranno pensate, create, e applicate.



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Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

2 commenti:

  1. Credo (temo) che siamo ancora lontani dal porci veramente problemi di questo tipo... da ragazzino, sognavo di vedere nel mio futuro computer intelligenti e robot autonomi, ma la realtà mi ha dato purtroppo torto.
    In tempi più recenti, avrei scommesso sulla Realtà Aumentata, ma non riescono a vedere la luce manco i Google Glass.
    C'è qualcosa che sta inceppando il meccanismo del progresso trecnologico, e non so cos'è.

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    Risposte
    1. E' il mercato, Luca, il mercato. La pura ricerca scientifica non può correre se deve permettere alle aziende di prosperare. I maggiori progressi tecnologici si sono avuti in periodi di guerra, la prima e la seconda guerra mondiale ci hanno portato dalla polvere da sparo all'energia atomica, dalle mongolfiere agli aerei. E la guerra fredda tra Russia e America ci ha fatti arrivare fino alla Luna.
      Ora, però, ogni piccolo balzo tecnologico è sotto il giogo del mercato, e nessuna azienda potrebbe sopravvivere senza far mordere il freno allo sviluppo, perché per produrre un google glass ci sono investimenti pesanti, e non puoi rendere quel prodotto obsoleto dopo pochi mesi... e così si frena. Temo inoltre che Internet abbia fatto da freno pure lei... perché ormai molti creativi proiettano verso la rete, verso la mobilità, verso le telecomunicazioni, tutte le loro risorse... quando invece un tempo, magari, guardavano alle stelle, e non alle App per cellulari.
      Comunque, la robotica è in forte sviluppo e solo perché non è ancora dotata di una A.I. senziente non significa che non sia già in grado di fare grandi cose. Pensa ai droni (non i quadricotteri, bensì i velivoli militari autonomi, le imbarcazioni militari autonome, le sonde spaziali) e a tutti i progetti che il Darpa rende pubblici (e immagina quali invece tiene segreti).
      E le auto che guidano da sole, credo, saranno il primo passo per quel mondo. E delle regole devono essere fatte. Certo... il cervello positroni è ancora frutto di fantasia Asimoviana... ma fu lo stesso Asimov a coniare la parola Robot, e oggi i robot sono ormai parte della nostra vita quotidiana, no? :-)

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