mercoledì 11 giugno 2014

Robocop 3

Glauco Silvestri
Potevano anche evitarlo, questo Robocop. Già cambiarne le sembianze non è stata una grande idea. R.J. Burke ha l'espressività di un tostapane rispetto a Peter Weller. La trama zoppica parecchio. I personaggi sono superficiali, e... va be', andiamo nel dettaglio, và!

Robocop 3 ci presenta una Detroit ormai ai ferri corti con la popolazione. La OCP, che sin dal primo film sognava di costruire una sorta di nuova città elitaria nel cuore di Detroit (Delta City), ingaggia un'agenzia privata per far sgombrare i quartieri e iniziare i lavori di demolizione e ricostruzione.
In tutto ciò la polizia è circoscritta al ruolo di cane da guardia, senza autorità, senza giurisdizione. Lo stesso Robocop si occupa di poco più che i crimini comuni. Non fosse altro che alla OCP sta proprio sulle scatole che abbia dei sentimenti umani, e vorrebbero davvero farglieli sparire... in cambio di qualche nuovo gadget "militare" capace di fornirgli maggiore potenza di fuoco.
Che succede? Durante una retata Robocop prende le difese di alcuni fuggiaschi. La milizia della OCP non esita a fare fuoco, e lui... abbandona le proprie direttive per difendere i poveri. Da quel momento Robocop è divenuto un criminale, e gli verrà sguinzagliato contro un robot-samurai giapponese super agile/potente/intelligente, praticamente un ninja, così da neutralizzarlo per sempre.
Ovviamente, non ci riesce...

Sembra un film Disney. Che fine ha fatto la cruda violenza presente nei primi due capitoli della saga? E ci dovevano per forza infilare una bimba genio dei computer? E che cavolata è quel jet-pack che... be' è davvero ridicolo. Senza considerare lo scontro tra Robocop e il robo-ninja nipponico... imbarazzante, e soprattutto, risolto dalla bambina di qui sopra.
I personaggi sono più piatti che si può. Lo stesso Alex Murphy, impersonato stavolta da un Burke che riesce solo a tenere il broncio e scambiare un paio di battute stupide, è l'ombra del personaggio che Weller aveva disegnato così bene. Ottima la computer grafica, se proprio vogliamo dare un merito a questo prodotto, ma solo perché è targato 1993, e rispetto allo stop-motion degl'anni 80, i computer son già in grado di offrire qualcosa di più gradevole. Ma se si deve rinunciare a tutto il resto... che senso ha?
Questo film è praticamente la premessa di quanto oggi è all'ordine del giorno: grandi effetti speciali, trame deboli.

Che tristezza!

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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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