martedì 22 ottobre 2013

The Day After

Glauco Silvestri
Ogni volta che guardo The Day After vengo colto da una certa inquietudine. In quegl'anni ero poco più che un bambino, e percepivo appena la tensione tra i due fronti. Il crollo del Muro di Berlino lo salutai con un bel sospiro di sollievo... quella era un'epoca in cui i cartelli "zona denuclearizzata" avevano un senso, per lo meno psicologico, perché le "bombe" rappresentavano una minaccia reale.
Ma se in Europa, già travolta da due guerre mondiali, si poteva sperare che i governi non fossero tanto folli da scatenarne una terza quando ancora ci si leccava le ferite per le precedenti, ebbene in America la paura era davvero tangibile.

The Day After è un film denuncia, per certi versi, ma anche un film documentario, che in maniera "delicata" vuole mostrare cosa potrebbe accadere in seguito a un olocausto nucleare. Non è uno di quei film d'azione dove i buoni non risentono degli effetti di una bomba atomica appena esplosa. Qui c'è il brivido lungo la schiena.
Inizia raccontando storie di vita comune: due ragazzi che stanno per sposarsi; un medico che vede sua figlia nel momento della sua emancipazione e la osserva titubante mentre lei dichiara di voler andare a vivere a Boston; una normalissima famiglia di contadini; un ragazzo che si sta per iscrivere a medicina... potremmo esserci pure noi in questo film. Alla TV i telegiornali appaiono allarmanti, le tensioni tra Russia e America diventano fortissime, poi... le frontiere vengono chiuse. Alcuni Mig sorvolano Berlino Ovest. Le prime scaramucce tra eserciti. E i lancio dei missili Cruise. E' impressionante vedere lo sguardo allibito delle coppie a passeggio nel parco, quando si bloccano a osservare la scia dei missili al decollo.
Ma questo è nulla... perché dopo una mezz'ora ecco arrivare la contropartita sovietica. Ed è distruzione, morte, sofferenza, macerie, pianti, disperazione.
Il film non ha un lieto fine. Ci mostra la realtà. I sopravvissuti che litigano per bere acqua da una fontanella a pompa, oppure quelli che si accalcano verso l'unico ospedale della zona nella speranza di trovare conforto. Non c'è neppure un messaggio positivo... se non fosse quell'ultimo abbraccio, o l'inquadratura sugli scarafaggi... sì, perché loro sono refrattari alle radiazioni, e in uno scenario apocalittico come quello, potrebbero essere loro gli unici superstiti a una guerra nucleare.





About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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