mercoledì 2 ottobre 2013

Cube Zero

Glauco Silvestri
Dopo Cube e Hypercube, a qualcuno può sorgere la domanda su come abbia avuto inizio tutta questa vicenda. Cube Zero offre molte risposte, anche se non tutte.

Questa volta il cubo è visto dall'esterno. Due supervisori lavorano nella sala di controllo del primissimo cubo, precedente a quello visto in Cube, più grezzo, con trappole meno sofisticate, e per certi versi più semplice da risolvere. I due osservatori passano le giornate nella noia quasi assoluta, hanno compiti da svolgere, come monitorizzare i prigionieri, registrare i loro sogni, archiviare qualche cartella quando qualcuno muore... ma per la maggior parte del tempo si dedicano a hobby quali gli scacchi e il disegno. Sono in due, ma le postazioni sono quattro. Gli altri due sono assenti da parecchio tempo, uno in ferie, l'altro in malattia... ma da quanto tempo mancano? Il sospetto è che questi due assenti siano finiti all'interno del cubo perché hanno scavato troppo nelle vite di chi è imprigionato. Sospetto fondato perché, per quanto le carte affermino si tratti di condannati a morte che scelgono volontariamente di rientrare nell'esperimento, qualcosa non torna. Una donna, famosa perché finita sul giornale in seguito a proteste contro la politica nazionale, appare all'interno del cubo, e tra i suoi documenti non c'è il modulo di accettazione dell'esperimento firmato. Uno dei due si insospettisce e finisce per fare troppe domande... cerca di fuggire dalla sala controllo, e finisce per entrare nel cubo...

Visto da un altro punto di vista, il film riconquista l'appeal perso con HyperCube. La visione "post-atomica" della tecnologia del primo cubo è affascinante, così come i misteri che vengono svelati come briciole sul sentiero di pollicino. Ciò che avviene all'interno del cubo, per la prima volta, è secondario... per lo meno nella prima parte del film. Ci sono delle incongruenze con i precedenti film... specie con Hypercube, visto che in questa pellicola di parla di "nemici dello stato", si suppone che la struttura faccia parte di un ente governativo/militare di qualche tipo. In Hypercube, invece, era un esperimento di una grossa società che produce armi. In Cube, invece, è un mistero. La sensazione è che con Cube Zero si è voluto scalzare l'errore Hypercube e tornare indietro sui propri passi, verso l'idea originale proposta in Cube. E' evidente il desiderio di tornare alle origini, e probabilmente la cosa migliore sarebbe proprio quella di dimenticare il secondo film, e considerare il progetto come una duologia.
Attenzione al finale... è sottile, e il colpo di scena fa saltare dalla sedia. Non dico altro. Il film merita di essere visto!





About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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