mercoledì 1 giugno 2016

Perché Scrivere? - #Corso #Scrittura

Glauco Silvestri
Ecco la domanda che si dovrebbe porre un aspirante scrittore: perché voglio scrivere? Se non vi siete mai posti questa domanda e state pensando di cominciare a scrivere, allora è meglio che vi soffermiate qualche minuto, o forse è meglio un lasso di tempo più lungo, su questa domanda.

Scrivere per diventare ricchi e famosi? Se pensate sia possibile, ebbene sì, è possibile, ma è poco probabile. Di scrittura si campa se si imboccano i sentieri giusti; ma in un paese dove un italiano su due legge appena un libro all'anno, e di quel 50% solo un 10% legge un libro al mese, quando in media si pubblicano circa 60000 titoli nuovi all'anno (n.d.r. Non sono dati precisi, ma servono a dare l'idea di cosa accade nel paese, e non si discostano troppo dalla realtà... Anzi, forse sono persino un po' ottimisti), le probabilità di diventare ricchi e famosi scemano clamorosamente.

Scrivere per sé stessi? Sì, lo dicono in tanti, e persino io lo dicevo, e lo dicevo con convinzione. Probabilmente è pure vero: uno scrive per sé stesso, perché sente il bisogno di esternare ciò che ha dentro, e la scrittura è probabilmente uno dei metodi più intimi per esternare sé stessi. Allo stesso tempo, però, è altrettanto vero che si scrive per il bisogno di esternare, e conseguentemente, di comunicare con il prossimo, altrimenti basterebbe un diario con tanto di lucchetto sulla copertina.

Scrivere perché si ha l'idea giusta? Probabilmente l'idea non è poi così giusta, e non è neppure tanto originale. Avete presente quando vi trovate di fronte a degli amici/parenti/colleghi/conoscenti e provate a spiegare il vostro desiderio di cominciare a scrivere? C'è sempre qualcuno che sbotta dicendo che si dovrebbe scrivere la storia della sua vita, perché lui sì che ne avrebbe da raccontare... E voi, ovviamente, sapete bene che la sua vita non è poi così 'speciale'. Ecco, paradossalmente il fatto che volete scrivere la vostra storia vi mette nei panni di quella persona vista dagl'occhi di tutti gli altri. Ognuno crede che la propria storia sia speciale, è normale, ma fate mente locale e domandatevi se la vostra convinzione è frutto del puro orgoglio o se invece c'è qualcosa di veramente fuori dall'ordinario. Ricordatevi che il mondo è grande, ci sono giornalisti che vengono decapitati perché finiti nelle mani dei guerriglieri sbagliati, bambini di 10 anni che fanno la guerra (e non - semplicemente - giocano alla guerra), ci sono città che vengono devastate dagli Tsunami, o da incidenti nucleari, o da invasioni militari di fondamentalisti religiosi. Ci sono persone che vengono uccise durante una rapina da pochi euro, persone che rubano nei supermercati perché non riescono neppure a comprarsi un pezzo di pane, persone che muoiono perché attraversano i binari ascoltando musica, senza notare che le sbarre sono calate, che tutti i segnali indicano pericolo, e che un treno ad alta velocità è diretto, a trecento chilometri orari, a sirene spiegate, contro di loro. Avete davvero qualcosa da raccontare che sia meglio di quanto già offre la realtà e l'esperienza altrui?

Scrivere perché si ama leggere? Ecco, finalmente, un concetto interessante. Amare al punto la lettura da voler partecipare al processo creativo, e contribuire a esso, con il proprio lavoro. Perché no? Suona bene. Ma è sufficiente? Leggere e Scrivere fanno parte dello stesso processo comunicativo, ma rispondono a due necessità differenti: la prima attività è rivolta all'assorbimento di informazioni; la seconda produce informazioni. Una è spinta dal desiderio di ampliare i propri confini; l'altra dalla volontà di diffondere le proprie conoscenze. L'una non rifiuta l'altra, ed essere lettori forti aiuta sicuramente nel processo creativo della scrittura. Benché però l'una non neghi l'altra, allo stesso tempo, non è detto che un buon lettore debba per forza essere un ottimo scrittore.

Quindi? Diciamocelo sottovoce: ogni motivazione che siamo in grado di esternare è un semplice alibi. 
Scrivere è parte del nostro essere. 
Essendo parte di una specie che ha nel proprio DNA la necessità di vivere in comunità, di essere sociale, tutti noi abbiamo bisogno di ascoltare le esperienze altrui, e allo stesso tempo sentiamo la necessità di raccontare le nostre. Accadeva quando ancora si viveva allo stato brado, ancora oggi lo si può notare nell'arte rupestre; è accaduto in tempi illuminati della nostra crescita sociale, tanto che gli scritti dei grandi filosofi sono sopravvissuti e giunti fino ai giorni nostri; e suppongo accadrà sempre, anche in futuro, sempre che non ci si estingua a causa di uno dei tanti, innumerevoli, difetti che la razza umana possiede.

Scriviamo per comunicare. Scriviamo per raccontare storie. Scriviamo per proporre le nostre idee. Scriviamo per essere ascoltati. Scriviamo per provare che esistiamo veramente, e magari per lasciare qualcosa di noi ai posteri. Scriviamo per riempire un vuoto dentro di noi, così come leggiamo per colmare le nostre lacune. Si tratta di riempire dei vuoti... Ecco perché scriviamo. Se non scrivessimo, non avrebbe senso l'esistenza delle pagine bianche, e dell'inchiostro. Ovunque si guardi esiste un vuoto da colmare, e il nostro istinto è di colmarlo con la scrittura.



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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

6 commenti:

  1. Bel post Glauco!
    Sono d'accordo con te. Ma aggiungerei anche che si può tranquillamente scrivere anche solo per uno qualsiasi dei motivi precedenti, e che non c'è niente di male nell'ammetterlo. E' un po' meno ''poetico'' ma...
    Aspetto i prossimi appuntamenti comunque :D

    CervelloBacato

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  2. Quindi scriviamo per dare da mangiare ai poveri cartolai come me che vendono carta e penna! Già questa sarebbe una motivazione sufficiente dal mio punto di vista! Hai fatto un'analisi chiara e, mi sembra, plausibile. Potrei dire che io "scrivo" perché mi piace raccontare storie e persone, anche se, come sai, con risultati poco confortanti. Ma questo è un altro discorso...

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  3. A me piace semplicemente inventare (come pure leggere / vedere / ascoltare) storie che siano a loro modo significative, perché ciò mi trasmette delle emozioni.
    Qual è il parametro per definire una storia significativa?
    Non ho formule o principi, sono un empirico. Mi affido all'istinto ;-)

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    Risposte
    1. Ma certo. E' giustissimo. Scrivere perché ci piace inventare storie. In questo caso però cerco di affrontare l'interrogativo dal punto di vista di coloro che, quelle storie, vogliono pubblicarle e diffonderle. In quel caso il puro stimolo dell'inventare non è sufficiente, altrimenti le storie potrebbero rimanere nel cassetto, per poi essere - chissà - pubblicate da chi le verrebbe a scoprire dopo la morte dell'autore.

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