mercoledì 13 maggio 2015

Priorità di Tempo - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
L'uso di una Bridge per una decina d'anni mi ha impigrito parecchio. Se è vero che anche le Bridge sono in grado di lavorare in manuale, è pur vero che per cambiare la focale si usa una levetta, si attiva un motorino, non si agisce direttamente sull'obiettivo, e ciò... Be', per lo meno a me, mi ha spinto a usare gli automatismi, e a non tentare un uso più professionale della macchina. Devo ammettere che con la Fuji ancora mi dilettavo, era una Bridge davvero eccezionale, dove l'obiettivo si manovrava manualmente proprio come sulle reflex. La Panasonic, però era diversa, e se per certi versi godeva di incredibili vantaggi, dall'altro perdeva qualcosa di non irrimediabile, ma significativo.

A ogni modo, tornato nel mondo delle reflex, ho pensato bene di ricominciare a giocare con la fotografia, di dimenticare gli automatismi, e di riprendere un po' di manualità. Ho deciso di andare per gradi. Giusto per sgranchire le articolazioni e non correre troppo. 

Come primo passo ho scelto la modalità 'Priorità di tempo'. 

Per i non addicted, la Priorità di  Tempo è una impostazione della macchina fotografica in cui il fotografo impone manualmente, e in base alle proprie personali scelte, il tempo di scatto della foto. Ciò implica che la macchina si occupa in automatico solo della scelta dell'Apertura del Diaframma, della sensibilità ISO, e della Messa a Fuoco.
Il motivo di questa scelta è presto detto: l'acqua. Io adoro fotografare l'acqua. Giocare sulla velocità degli scatti mi permette di congelare l'istante, inquadrare e immortalare le singole gocce, oppure di mantenere il movimento, perdere il dettaglio ma immortalare il flusso.

In questo post potete osservare due foto in cui sfrutto questa strategia. 

Non sono foto eccezionali. Le uso giusto come esempio. Si tratta di scatti fatti subito dopo aver ricevuto la Canon, giusto per collaudare la macchina fotografica e verificare che tutto funzionasse a dovere. Lasciate perdere il soggetto, una delle tante fontane presenti nelle ville della zona 'bene' di Bologna. Si tratta di una foto scattata da una certa distanza, attraverso una ringhiera, in un giorno con tempo variabile, e se non ricordo male, dopo le sei di sera. E' buietta perché ho cercato di non far apparire la rete della ringhiera; ci son riuscito... Ma ho perso in luminosità. Avrei potuto correggerla in post produzione, o al momento dello scatto, avrei potuto sovraesporre di uno spot... Non è importante ora. Non cercavo lo scatto perfetto. Concentratevi sull'acqua che è ciò di cui sto parlando in questo momento.

La prima foto congela l'istante. E' stata scattata con il tempo settato 1/1000 di secondo, F/5.6, e con un 80mm. Se cliccate sull'immagine si ingrandisce. Potete vedere le singole goccioline che seguono l'arco e cadono una a una nella vasca. 
La seconda foto, invece, mostra il movimento. E' stata scattata con un tempo pari a 1/2 secondo, F/16, e la medesima lunghezza focale della foto precedente, ovvero 80mm. Anche qui, cliccando sull'immagine, la potete vedere ingrandita. In questo caso le goccioline sono indistinguibili. L'acqua è diventata un filamento indistinto, un flusso in movimento.

Un piccolo dettaglio. Oltre alla correzione dei tempi fatta manualmente, ho impostato la macchina per far sì che l'autofocus misurasse l'esposizione in un solo punto. L'uso di una misurazione a matrice, o della misurazione valutativa, nel caso della seconda foto, non porterebbe al risultato sperato, e produrrebbe una immagine eccessivamente sovraesposta e inutilizzabile.
Perché usare questa 'tecnica'? Per scattare foto originali ai corsi d'acqua, alle cascate, specie quando si fa dell'outdoor, che sia una passeggiata o un trekking non importa. Per lo meno è in questi casi che io la utilizzo, ma non disdegno anche altri soggetti, come nelle foto d'esempio di questo post, dove ho immortalato una fontana.

Note Pratiche: Fotografare l'acqua con questa tecnica pretende un ambiente poco illuminato. L'eccesso di luce, combinato con tempi di scatto molto lunghi, produce immagini estremamente sovraesposte, e ovviamente non accettabili. Nel caso si volesse comunque scattare una foto di questo tipo pur essendo in situazioni di forte luminosità, allora bisogna dotarsi di un filtro ND. Questi sono filtri che solitamente vengono utilizzati per assorbire la luce, ottimi quindi per fotografare l'acqua con tempi lunghi, ma anche per fotografare una piazza in modo tale che non compaiano le persone in movimento. Attenzione però: Nel caso foste intenzionati ad acquistare un kit di filtri ND, controllate prima il diametro dell'obiettivo su cui vorrete montarli, e acquistate quelli con diametro equivalente.


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Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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